#8- La tecnologia, un modo per risparmiare tempo. Intervista a Ivana Borrelli

Su Spotify l’ottavo episodio del podcast De Buris – Il Lusso del tempo.

L’ottava traccia sonora è la tecnologia in viticoltura.

Negli ultimi anni tra viticoltura e tecnologia si è sviluppato un legame molto stretto, che ha generato un impatto positivo su sostenibilità e produttività. Attraverso piattaforme e dispositivi smart vengono raccolti dati, che sono poi impiegati per l’ottimizzazione delle risorse e il tracciamento delle attività.

La tecnologia in vigna supporta l’uomo e permette di valorizzare il lavoro, la materia prima e il tempo.
De Buris esalta questi elementi rilevando, attraverso la centralina installata sul vigneto La Groletta, i dati atmosferici, idrici, e del terreno.

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Macchinari innovativi e burocrazia snellita permettono di risparmiare il tempo “perso” a curare manualmente le vigne. In una società sempre più smart e interconnessa, la tecnologia è la grande protagonista e permette non solo lavorare più velocemente ma anche di farlo con una qualità più alta. Ma qual è il futuro delle vigne tech? Cosa cambierà con l’arrivo del 5G?

Profilo

Ivana Borrelli

Manager con 30 anni di esperienza nel settore Telecomunicazioni, Cloud, soluzioni ICT, VAS e IOT, ha operato sia nel segmento Enterprise che Consumer.

Ad inizio carriera è stata responsabile dei Financial Services di Telecom Italia, diventando poi Marketing Manager per lanciare MTV mobile. Nel 2009 è diventata responsabile marketing dei servizi TV e del portafoglio mobile Vas ed ha lanciato nuovi servizi come IPTV, OTT (TIMVISION), TIMMUSIC, TIM READING, Mobile VAS. Ha gestito partnership con major di contenuti come Disney, Warner, Sky e le più importanti aziende come Samsung, LG technologies.
Nel 2014 ha intrapreso un’esperienza internazionale in DELL come Global Account Manager Executive. Nel 2016 è stata responsabile delle offerte e delle strategie di nuovi servizi digitali in Reply. Nel 2019 è entrata in Olivetti come responsabile Presales di soluzioni IOT, M2M e BIGDATA per il segmento Enterprise.

A partire da maggio del 2020 è Responsabile Marketing del 5G e Vertical per il mercato Enterprise di TIM.


#7- Impariamo a disimparare. Intervista a Alessandro Rimassa

Su Spotify il settimo episodio del podcast De Buris – Il Lusso del tempo.

La settima traccia sonora è l’affinamento in bottiglia.

Alessandro Rimassa, scrittore ed esperto di futuro del lavoro ci spiega l’importanza di investire nella propria formazione. Aggiornarsi significa affinarsi, evolversi e, oggi più che mai, crescere in modo trasversale.

Anche l’Amarone Riserva De Buris non smette mai di migliorarsi. Con l’affinamento in bottiglia il grande vino rosso cresce e si perfeziona, armonizzando le sue componenti in un insieme equilibrato.

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Non si finisce mai di imparare, un detto che valeva nel 23 aC ma attuale ancora oggi. Anzi, con la tecnologia che fa passi da gigante, restare aggiornati è diventata una priorità, ma qualcosa è cambiato. Finita l’era delle specializzazioni, il mondo della formazione oggi punta sulle “soft skills”.

Il motto che meglio spiega il concetto è: impariamo a disimparare. Il nostro cervello, a differenza della memoria dei computer, ha uno spazio limitato. È importante, quindi, continuare ad affinare le nostre competenze per riuscire a tirare fuori il meglio di noi ogni giorno.

Profilo

Alessandro Rimassa

Imprenditore con una grande esperienza su education, future of work e digital transformation. Ha fondato RADICAL HR, la prima edtech italiana verticale sul mondo HR, e prima Talent Garden Innovation School, business school leader sui temi del digitale e dell’innovazione, presente in cinque Paesi europei (Italia, Irlanda, Danimarca, Austria e Spagna) e punto di riferimento per migliaia di studenti e centinaia di aziende.

È stato direttore del Centro Ricerche e della Scuola di comunicazione e Management di IED, l’Istituto Europeo di Design.

Investe in aziende innovative ed è membro dei consigli di amministrazione di Save the Children Italia, AWMS e Sicuro.it: in qualità di non executive director condivide le sue conoscenze e aiuta i leader delle organizzazioni a crescere e innovare.

Ha scritto sette libri e ha anche diretto Tag Books, la prima collana italiana di libri sull’innovazione digitale.


#6- La sostenibilità è sostenibile? Intervista ad Ada Rosa Balzan

Su Spotify il sesto episodio del podcast De Buris – Il Lusso del tempo.

La sesta traccia sonora è l’imbottigliamento.

Tommasi Family Estates, realtà che include il progetto culturale e vitivinicolo De Buris, possiede circa 780 ettari vitati.
La Groletta, il vigneto dove nasce l’Amarone Riserva De Buris, ha appena registrato la prima vendemmia certificata bio.
L’obiettivo non si limita al raggiungimento della sostenibilità ambientale, ma include anche la tutela delle persone e dei valori che rendono Tommasi una Famiglia.

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Quando si parla di sostenibilità ci si concentra molto e forse troppo sull’ambiente. In realtà sono altrettanto importanti i comportamenti sociali. Il viaggio nel tempo di De Buris prosegue con un focus sulle tematiche ESG: ambiente, società e governance. Spiegati per davvero.

Profilo

Ada Rosa Balzan

Da oltre vent’anni è impegnata nel mondo della sostenibilità con numerosi progetti.
Fu tra le prime in Italia a redigere una tesi di ricerca in sociologia dell’ambiente sul turismo sostenibile e, insieme ad un team di esperti, ha sviluppato il primo algoritmo di misurazione della sostenibilità integrale basato su strumenti internazionalmente riconosciuti.
Inoltre, Ada Rosa Balzan ricopre incarichi di coordinamento scientifico e docenza per varie università e business School, tra cui l’università Cattolica, la Business school del Sole 24ore, Fondazione Cuoa e partecipa come membro a diverse Commissioni Uni per la creazione delle prossime nuove norme ISO, nei gruppi di sostenibilità di Confindustria, al Sustainable investment forum a Parigi, e alle Conferenze mondiali sul clima.
Infine, è responsabile nazionale per i progetti di sostenibilità in Federturismo Confindustria.


#5- Il segreto del successo di un buon investimento. Intervista a Leonardo Rigo.

Su Spotify il quinto episodio del podcast De Buris – Il Lusso del tempo.

La quinta traccia sonora è l’elevazione in botte.

Non basta una buona vendemmia per avere del buon vino.
L’elevazione in botte è quella fase in cui il vino soggiorna in botte. La lenta evoluzione ne eleva le caratteristiche organolettiche, portandolo a maturazione.

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Proprio come per un buon investimento, per fare un ottimo vino servono tempo e dedizione, prontezza, precisione e un esperto di cui fidarsi.
Per De Buris l’esperto è l’enologo Giancarlo Tommasi, ospite della prima puntata de “Il lusso del tempo”, per gli investimenti parliamo invece con Leonardo Rigo, direttore di Banca Aletti, e protagonista di questo episodio.

Profilo

Leonardo Rigo

Una lunga carriera nel mondo bancario, iniziata nel 1990 in Banca Popolare di Verona, dove ha iniziato a ricoprire ruoli di crescente responsabilità.
Nel 2021 è diventato Direttore Generale di Banca Aletti.
Il suo arrivo ha rafforzato le azioni di rinnovamento, sviluppo e specializzazione dell’offerta bancaria.

 

Banca Aletti

Società del Gruppo Banco BPM e storica società attiva nel risparmio gestito dal 1826. Aletti ha assunto il ruolo di banca private e centro di investimento del Gruppo, diventando un punto di riferimento nel settore del risparmio gestito italiano.


#4- Il lungo percorso verso l’inclusione. Intervista a Francesca Natali

Su Spotify il quarto episodio del podcast De Buris – Il Lusso del tempo.

La quarta traccia sonora è La vinificazione.

Per vinificazione si intende il processo di trasformazione dal mosto al vino.
Quel processo tanto delicato quanto atteso che ci permette finalmente di ottenere il vino.
Negli episodi del podcast abbiamo più volte sottolineato i vari aspetti del tempo inteso come periodo di trasformazione.

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In questo momento storico, il concetto di trasformazione è di difficile definizione.
Proviamo a sostituirlo con il termine cambiamento, che ci riguarda anche a livello sociale, per cui la necessità di trasformazione può essere sostituita con due termini: inclusione e diversità.

Ne abbiamo parlato con Francesca Natali, Inclusion & Belonging Manager di Golden Goose.

Profilo

Francesca Natali.

Amante della cultura e impegnata per l’inclusione sociale.
Ha lavorato per organizzazioni internazionali e ha iniziato la sua carriera come Corporate D&I experience e Diversity & Inclusion Advisor in BNL BNP Paribas a Roma.
Ha esplorato diversi settori e ruoli, da HR, CSR e Comunicazione, ed oggi è Diversity, Inclusion and Belonging Manager in Golden Goose.

Golden Goose.

«Non vendiamo solo sneakers», racconta Silvio Campara, CEO di Golden Goose, «noi vendiamo tutti i ricordi che si creano camminando nelle nostre scarpe. Oggi indosso questo paio, le ho da ben quattordici anni. Perchè le tengo? Perché ho vissuto talmente tante avventure che non posso più considerarle un semplice capo d’abbigliamento, sono diventate parte della mia storia»


#3- É tempo di cambiare. Intervista al metereologo Luca Mercalli

Su Spotify il terzo episodio del podcast De Buris – Il Lusso del tempo.

La terza traccia sonora è La Pausa. L’Appassimento, una delle fasi più delicate e fondamentali nel procedimento della produzione dell’Amarone.
Affinché l’Appassimento proceda nel migliore dei modi e l’uva raggiunga la condizione perfetta per la pigiatura, è necessario che ci sai freddo. Ma fa ancora veramente freddo?
Il cambiamento climatico è sempre più al centro della nostra quotidianità. Ma spesso ci sono più parole che fatti.
Il meteorologo Luca Mercalli racconta come si trasformeranno i territori nei prossimi anni.
I vigneti? Si spingono sempre più in alto sulle montagne

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Da inizio anno ha piovuto pochissimo, c’è stato vento, ma i maglioni pesanti li abbiamo abbandonati in fondo all’armadio già da un po’. Quello passato è stato un febbraio senza dubbio particolare. Quattro anni fa nello stesso questo periodo la neve paralizzava i binari fermando la corsa di parecchi treni. Quest’anno invece la siccità ci sta mettendo di fronte a un evidente cambiamento climatico. L’ultima volta che la sorgente del Po era diventata un letto di pietre era il 2017. Anche quest’anno ci siamo vicini. Pensate che anche sui rilievi lombardi manca il 70% del manto nevoso, su quelli veneti qualcosa di meno. Sulle Dolomiti a gennaio si sono toccati +1,2 gradi, mentre l’anticiclone, la massa d’aria calda, che staziona sull’Europa devia le piogge al Sud e sulle isole, come abbiamo potuto vedere dagli acquazzoni. Entro fine mese per evitare una crisi idrica sarebbero dovuti cadere 180 millimetri di pioggia.

Cos’è successo al meteo in questi ultimi dieci anni?

Giulia Taviani Tommasi ha intervistato Luca Mercalli, metereologo

Profilo

Luca Mercalli (Torino, 1966), climatologo, master in scienze della montagna all’Université de Savoie-Mont-Blanc, direttore della rivista Nimbus, presiede la Società Meteorologica Italiana, associazione nazionale fondata nel 1865. Si occupa di ricerca su climi e ghiacciai alpini, insegna sostenibilità ambientale in scuole e università in Italia (Università di Torino-SSST), Svizzera e Francia e la pratica in prima persona, vivendo in una casa a energia solare, coltivando l’orto e viaggiando in auto elettrica. E’ consulente dell’Unione Europea e consigliere scientifico di ISPRA-Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Per RAI ha lavorato a “Che tempo che fa”, “Scala Mercalli” e “TGMontagne” e Rainews24. Editorialista per Il Fatto Quotidiano, ha al suo attivo migliaia di articoli e oltre 2500 conferenze. Tra i suoi libri: Prepariamoci (Chiarelettere), Il mio orto tra cielo e terra (Aboca), Non c’è più tempo (Einaudi), Il clima che cambia (BUR), Salire in montagna (Einaudi) e il libro per bambini Uffa che caldo (ElectaKids).


#2- Il sapore del successo. Intervista al cacciatore di teste Niccolò Calabresi

É on line su Spotify il secondo episodio del podcast De Buris – Il Lusso del tempo.

Questo secondo episodio parte dalla traccia sonora registrata, che descrive L’Accordo, l’Abbinamento.
Non abbiamo voluto intervistare un grande chef, che suggerisse il piatto perfetto per De Buris, ma piuttosto valutare “l’abbinamento” da un punto di vista insolito e accendere la discussione sul lavoro; quali siano le caratteristiche che le grandi aziende ricercano, quali siano le prospettive dei giovani, come siano in evoluzione le tendenze.

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Nel corso della vita ci troviamo a dover scegliere una quantità infinita di cose.
Cosa mettersi per uscire, cosa mangiare per pranzo, se con il pesce sta meglio il bianco o le bollicine, che percorso scolastico prendere per avere un bel lavoro.
E avere le idee chiare non sempre serve, anzi.  Tutto cambia, perfino il tempo.
Cambiano gli stili, cambia la musica.
Nascono nuovi vini, e perfino nuovi lavori.
Avete presente il motivetto “oggi si studia un lavoro che ancora non esiste”?

Giulia Taviani Tommasi ha intervistato Niccolò Calabresi, amministratore delegato dell’azienda Heidrick & Struggles, leader nella consulenza del lavoro di alto livello, a cui ha chiesto com’è cambiato il mercato del lavoro e qualche interessante suggerimento.

Profilo
Niccolò Calabresi è partner e uno dei responsabile Heidrick & Struggles Italia,e cluster leader per il Sud Europa.

È membro dell’ Industriali Healthcare & Life Sciences, Consumer Markets e Supply Chain & Operations Officers, specializzato in ricerche di top management che vanno da direttore generale, CIO, chief supply chain e procurement officer, direttori vendite e marketing, risorse umane e direttori nei settori dei consumatori, dei trasporti, dell’energia, dell’ automotive, dell’ingegneria e delle costruzioni e delle scienze della vita.

Esperienze
Prima di entrare in Heidrick & Struggles, Niccolò ha lavorato per una società di ricerca esecutiva come associato all’interno della pratica industriale. Ha iniziato la sua carriera come ricercatore associato nella divisione di middle management.


#1 - Ti ho aspettato 10 anni. Intervista al papà di De Buris, Giancarlo Tommasi

É on line su Spotify il primo episodio del podcast De Buris – Il Lusso del tempo.

Il progetto dell’amarone De Buris nasce dalla volontà di migliorarsi giorno per giorno.
Giancarlo Tommasi, enologo che si definisce “tecnico romantico” e membro della famiglia, racconta il suo percorso alla scoperta dell’amore per il vino e per il tempo. Al quale, dice, bisognerebbe prestare maggiore attenzione.
La passione? Necessaria, da affiancare a una regola sacra: c’è sempre qualcosa da imparare.

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Giancarlo Tommasi – Enologo
Un forte senso di appartenenza al territorio di origine mi spingono a valorizzare il patrimonio vitivinicolo di ogni singola area produttiva con scelte incentrate sul terroir e sulla vinificazione. Rispetto al massimo la tradizione, ma ritengo debba essere esaltata da vini moderni, che possano incontrare il gusto di consumatori sempre più esigenti.

Marito di Francesca, padre di Lodovica ed Elia, Giancarlo coltiva la passione per diversi sport e, cosa fondamentale, è un paziente pescatore.
Costanza, sensibilità, tenacia: sono questi i valori che Giancarlo applica in cantina esattamente come lungo i fiumi.

La cura di ogni aspetto dell’attività produttiva indica bene il pensiero e il metodo di lavoro di Giancarlo Tommasi: dallo studio dei terreni e delle esposizioni, per passare alla scelta del migliore sistema di impianto in base alle caratteristiche del luogo e degli obiettivi.
Fin dal suo ingresso in azienda ha promosso scelte agronomiche green sia nel trattamento delle vigne (per le concimazioni, i diradamenti, le potature, il diserbo e l’irrigazione) sia in fase di vendemmia, ad esempio tramite cernita manuale e raccolta notturna.
Lo stesso avviene in fase di vinificazione, dove preferisce limitare al massimo gli interventi meccanici per privilegiare il più possibile quelli naturali.

In affinamento predilige le botti grandi di rovere di Slavonia che danno maggiore possibilità di evoluzione al vino. Una scelta che rientra bene nella “filosofia del tempo” di Giancarlo, perché queste botti rispettano il vino, lasciando che il prodotto maturi nel modo più tranquillo.


De Buris: un must drink, raro e desiderato

De Buris Amarone della Valpolicella Classico docg Riserva, brilla tra i prestigiosi rossi del mondo e i grandi classici italiani, si conferma fra i migliori del mondo: un must drink, raro e desiderato.

La community di Vivino, il più grande marketplace digitale del vino, con i suoi 50 milioni di utenti, si è espressa.
Sono state raccolte tutte le recensioni e stilato le liste con i migliori vini di ogni categoria.

De Buris si conferma must- drink della stagione secondo Vivino, e fra i 100 vini migliori del mondo: i più rari, i più desiderati e i più costosi.

Si aggiungono anche per l’annata 2010 i massimi riconoscimenti delle più importanti guide italiane e recensioni ottime dalla più prestigiosa critica straniera, a conferma di un percorso volto esclusivamente alla qualità e all’eccellenza.

De Buris è la potenzialità massima che un singolo vigneto e un terroir, unico per le sue straordinarie qualità, possono esprimere in un vino. – commenta Giancarlo Tommasi, enologo – Mi piace pensare, con soddisfazione e orgoglio, che l’annata 2010 custodisca l’essenza della Valpolicella: De Buris rappresenta la reinterpretazione contemporanea delle tradizioni, delle tecniche ancestrali di lavorazione e al contempo l’eleganza e l’armonia di un’opera o, in altre parole, la bellezza.

PREMI

#Ouverture - Potere del Sound design. Il vino diventa musica. Intervista a Giacomo Ceschi

Giacomo Ceschi, sound designer e artista veronese, ha trasformato i dati della colonna meteo posizionata nella parcella De Buris del vigneto La Groletta in musica, permettendo così all’Amarone De Buris 2010 poter essere ascoltato oltreché degustato.
Ma cos’è esattamente un sound designer?
Ce lo racconta lui stesso nell’Ouverture de “Il lusso del tempo”, il podcast De Buris, curato da Giulia Taviani Tommasi, giornalista e voce della quinta generazione Tommasi.

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Giacomo Ceschi – Artista Sound Designer
Il filo rosso che lega Giacomo alla musica è la sua continua e profonda indagine verso la prima essenza del suono: dopo aver frequentato il corso di musica elettronica presso il conservatorio “Arrigo Pedrollo” di Vicenza, porta avanti la sua visione attraverso live performance, field recording e installazioni interattive. Direttore artistico del Path Festival di Verona, Giacomo viaggia nell’universo della sonorità armonizzando raziocinio e sperimentazione, in un risultato che muta attraverso il tempo, lo spazio e il mezzo.

#TheWineRecord è il primo concept album dove il vino diventa musica.
Giacomo Ceschi ha composto 8 tracce musicali, che uniscono i suoni del ciclo produttivo del vino alla traduzione sonora dei dati metereologici dell’annata 2010, creando così sonorità singolari e inedite.
Le note che ascoltiamo e le note che riecheggiano al palato suonano all’unisono, De Buris 2010 diventa così un’esperienza nuova, estremamente intima e piacevole.
Il suono del Tempo è servito.


Il vino: De Buris Amarone Riserva 2010

Scoprire le potenzialità di un singolo vigneto, di un terroir unico per le straordinarie qualità, che custodisce la storia e le tradizioni della Valpolicella.
Trasformarlo in un vino che, nel rispetto della natura ed in perfetta armonia con il ritmo delle stagioni, rappresenta l’inizio di un rinascimento dell’Amarone.

De Buris Amarone della Valpolicella Classico Docg Riserva 2010

Aprendo gli occhi, un profondo sipario color rubino attrae l’attenzione.
Dell’annata 2010 stupiscono gli ampi toni di di more,
il caffé macinato e l’intensità del cioccolato
sprigionati al naso,
In un ancestrale arpeggio olfattivo che improvvisa nell’abbondanza.
L’entrata in scena, al palato, è pura vitalità,
Il sorso, un coro spontaneo di vivace persuasione.
Una toccante serenata di tannini abbraccia il palato,
In un caldo equilibrio di armonici contrasti.

Il talento di un’annata fresca, rivela eleganza e verticalità,
In uno specchio temporale che riflette le possibilità.
Scandito dalle stagioni,
Il leggero equilibro dato da acidità e mineralità
non interrompe lo spettacolo, ma lo dilata,
in una coda di note che si prolunga gioiosamente
in una sequenza senza fine.

Il protagonista è lui:
l’unico, il solo,
De Buris Amarone della Valpolicella Classico Docg Riserva 2010

Numero di Bottiglie De Buris 2010

8.268 bottiglie da 750 ml

150 bottiglie magnum da 1.500 ml

Riconoscimenti De Buris Amarone della Valpolicella Doc Riserva Docg 2010

Gambero Rosso 3 bicchieri
Wine Spectator 93/100
Doctor Wine 96/100
James Suckling 92/100
Vini Buoni Corona


02.07.2020 De Buris Tour

Un viaggio attraverso i luoghi che compongono De Buris, assieme all’enologo Giancarlo Tommasi e Piergiorgio Tommasi.
Un selezionato gruppo di clienti ha potuto immergersi nel lusso del tempo di De Buris: dal vigneto, passando per Villa De Buris, e concludendo nella magica atmosfera di Piazza dei Signori nel cuore di Verona al Caffè Dante Bistrot per una cena condotta dal direttore Giampaolo Spinelli.